Un luogo di eccellenza
Antonio da Lisbona e di Padova morì il 13 giugno 1231 e un anno dopo, con inusuale rapidità, fu proclamato santo; da allora, per i cittadini padovani, la basilica innalzata in suo onore, e il suo titolare, sono noti semplicemente come ‘il Santo’.
Il sito ove sorge è quello dove esistevano il piccolo convento francescano, ove abitò Antonio e la piccola chiesa di Santa Maria Mater Domini, dove fu dapprima sepolto (corrispondente oggi alla cappella della Madonna Mora). La costruzione inglobò dunque l’antica chiesa, mantenendo il luogo sepoltura del Santo vicino a essa.
La costruzione della monumentale basilica procedette con celerità e probabilmente da subito fu prevista la costruzione delle cupole. Un momento di elaborazione importante del progetto è registrato nei documenti nel 1310, forse relativo alla costruzione del deambulatorio e delle cappelle dietro l’abside.
Ultimo atto architettonico della basilica fu la costruzione, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, del santuario delle reliquie, appendice circolare dell’abside, opera di Filippo Parodi, realizzata per contenere il patrimonio di reliquiari che la chiesa aveva mantenuto nel corso dei secoli e che mantiene tuttora.
La storia architettonica, monumentale e artistica della basilica e del complesso antoniano è fatta di eccellenze. Tutti i migliori, veneti o di passaggio nel Veneto, hanno lavorato in essa: Giotto, Donatello, Tiziano, Pietro, Antonio e Tullio Lombardo, Sansovino, Parodi, Tiepolo, fino ad Annigoni, in anni recenti: nella chiesa e nelle sue adiacenze si è concretata una vera storia dell’arte veneta, dal Medioevo alla contemporaneità.
L’Ottocento fu un secolo di estrema importanza per la basilica, in quanto, in coincidenza con il settimo centenario della nascita del Santo (1895), sotto l’accurata regia di Camillo Boito, venne intrapresa un’opera di riordino e ripristino (quando possibile) dell’arredo interno della chiesa, divenuto nel corso dei secoli non più rispondente alle esigenze liturgiche e di decoro del tempio. Questa patina tardo ottocentesca – primo novecentesca ha reso la basilica nella condizione in cui oggi la vediamo. Al suo interno essa conserva opere in affresco, pittura a olio, scultura lapidea e lignea, oreficeria, tessili, arredi diversi, tutte degne di considerazione e memoria.