L’Archivio della Veneranda Arca di S. Antonio, dichiarato di notevole interesse storico dalla competente soprintendenza archivistica, documenta in modo puntuale ben 600 anni di storia del complesso basilicale e della devozione antoniana, della città di Padova e del suo territorio, dal XIV secolo fino ai giorni nostri.
La Veneranda Arca nacque come istituzione in maniera informale già nel XIII secolo, per amministrare il cospicuo flusso di donazioni dei fedeli e delle autorità cittadine destinate alla costruzione della basilica, successiva alla canonizzazione di sant’Antonio, e per gestire i lavori. Le regole di funzionamento e l’organizzazione interna trovarono una definizione negli Statuti del 1396.
L’Archivio è l’espressione dell’attività dell’Arca, non solo rispetto alla sua natura e ai suoi compiti, ma anche in relazione alla vita della città di Padova e dei suoi abitanti, o immigrati, di ogni rango sociale, entrati per i più diversi motivi in contatto con la basilica del Santo: docenti universitari, patrizi veneziani, pellegrini e devoti, artisti famosi, musici cantori e strumentisti, scrivani, contabili, notai, bibliotecari, archivisti, operai, fittavoli, contadini.
Come istituzione eminentemente cittadina racconta quindi, attraverso i documenti e secondo l’ottica del rapporto speciale che la città ha sempre intrattenuto con il complesso antoniano, una storia di ininterrotta operatività, rapporti con le istituzioni, decisioni relative al territorio, bonifiche e arginature di fiumi – in special modo in relazione alla gastaldia di Anguillara avuta in dono dai signori Carraresi –, scelte artistiche, logiche costruttive, necessità di vita, sia nella quotidianità sia nell’eccezionalità di episodi che coinvolsero i nomi più importanti del panorama artistico italiano: Donatello, i Lombardo, Sansovino, Parodi…
L’archivio è costituito da 64 serie, che comprendono documenti amministrativi e contabili relativi ai beni mobili e immobili dell’Arca e alla gestione delle proprietà, della Cappella musicale, del complesso edilizio, della Biblioteca, ma anche cartografia e materiali preparatori dell’apparato decorativo della basilica.
La possibilità che oggi, riordinato l’Archivio, si schiude per gli studiosi è quella di scrivere – o riscrivere – questo aspetto della vita padovana, in relazione alla basilica del Santo, con l’avallo dei documenti, che ora, ordinati e rintracciabili, della storia costituiscono le fondamenta e i pilastri.